In realtà c’erano già in guerra, come del resto le popolazioni civili: anche se non hai una divisa addosso, la guerra la subisci ugualmente.
Ma adesso oltre a morire per bombardamanti, abbandoni, pallottole vaganti e altri effetti collaterali a cavalli e asini tocca di andare in prima linea sul fronte della guerra tra Russia e Ucraina.
Letteralmente: sono diventati un escomatoge per evitare i droni, che focalizzano più facilmente i mezzi meccanici che gli animali (o anche le biciclette, per completezza di informazione).
Ovviamente la necessità aguzza l’ingegno: e la retroguardia russa sembra abbia affidato ad asini e cavalli someggiati anche il compito di rifornire di armi e viveri alcune zone della prima linea .
Come nella Prima Guerra mondiale, un balzo indietro nel tempo che rende di nuovo attuale l’impiego degli animali.
La triste, tristissima prova della loro sempiterna utilità.
Viktor Sobolev, membro del Comitato di difesa della Duma di Stato russa, ha dichiarato ai media russi che i cavalli e gli asini sono utili per attraversare le campagne fangose e le foreste.
E inoltre che gli animali costano meno rispetto a un veicolo di rifornimento con diversi soldati e portato in patria.
Dopo tanti mesi di sofferenza, battaglie cruente, foto terribili e notizie disastrose dal teatro di questa guerra la sensibilità comune si è come attutita.
Inutile negarlo: all’inizio di un evento sanguinoso chi legge i giornali prima è scandalizzato, arrabbiato, poi con il perseverare dei bollettini nefasti, delle immagini di desolazione e morte entra in campo un meccanismo di autodifesa.
E siamo meno colpiti dalle notizie che all’inizio ci sconvolgevano: ci si abitua quando sono solo notizie lontane, le emozioni sono meno vivide.
Ci siamo desensibilizzati a questo tipo di stimolo: esattamente come i cavalli che abituiamo a non spaventarsi per un ombrello aperto all’improvviso, o per scoppi e rumori forti.
E per quanto sembri cinico, pensando che sotto quelle bombe e a causa di quella guerra muoiano anche persone – uomini donne e bambini innocenti – vedere quegli asinelli inermi ci torna a far sentire il dolore.
Perché non c’è nulla di più innocente di un animale, di più estraneo alle cose umane stupide come la guerra.
Come sempre: gli animali ci aiutano a essere più umani.
Fonte della notizia: New York Post